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Un sistema dentro l’altro

Oggi vi presento Virtual Box, un software capace di realizzare un computer virtuale all’interno di un sistema operativo. Grazie ad esso, quindi, è possibile installare un sistema operativo qualsiasi (Windows, Linux, Unix, Solaris) virtualizzato nel vostro sistema operativo nativo e navigare in esso tramite una finestra.

Vediamo un po’ come funziona.

Innanzitutto c’è da dire che il pacchetto è disponibile per molte piattaforme, tra cui Windows, Gnu/Linux, Mac OS e Solaris. Il programma è molto semplice da usare e include un wizard intuitivo e ben descritto per la creazione basilare di nuove macchine virtuali.

Nella macchina creata è possibile scegliere la dimensione del disco fisso virtuale da creare con la possibilità di crearne uno ad espansione dinamica. Ciò significa che è possibile creare un hard disk di grandi dimensioni, occupando il minimo spazio su disco; nel momento in cui nella macchina virtuale verrà riempito il disco, il file nel sistema nativo si espanderà. Inoltre è possibile determinare il massimo quantitativo di ram che la macchina virtuale può utilizzare, permettendo di limitare così l’impatto che il programma ha sulle prestazioni del sistema.

Questa è l’interfaccia del programma:

Come si vede dall’immagine, a sinistra è presente la lista delle macchine virtuali create e a destra le caratteristiche della VM (Virtual Machine) selezionata. Tra le altre cose è possibile impostare un ponte tra unità ottiche o Floppy disc drive con il PC, permettendo di leggere dischi anche dal sistema virtualizzato. Si può creare anche una scheda di rete, una porta parallela e fino a quattro porte seriali che possono interfacciarsi direttamente con le relative porte fisiche del computer o, in alternativa, possono essere configurate come porte fittizie, cioè che dal sistema vengono viste come attive ma che in realtà non comunicano con niente.

Questa ad esempio è la mia Slackware:

In definitiva si può dire che lo scopo di una macchina virtuale come questa è di avere a disposizione un sistema operativo dove si può smanettare senza fare danni. Quando è talmente mal ridotto da non riuscire più ad avviarsi basta premere il tasto “elimina” e ricrearne un’altra. 🙂

Velocizzare sensibilmente l'avvio di Windows

Ogni software house pensa che facendo in modo che parte del proprio programma parta con l’avvio di Windows, il programma stesso verrà caricato più velocemente. Questo è assolutamente vero! Ma chi è che ci rimette? Naturalmente il tempo d’avvio di Windows.
Dopo un mese di utilizzo normale, un sistema Windows comincia già a perdere colpi. Buona fetta della colpa ricade proprio su queste applicazioni caricate in background.

Ora io mi chiedo, ma che ci faccio con un lettore PDF all’avvio del PC? Sono le 7 della mattina, ancora non ho fatto colazione e penso ad aprire un PDF? Eppure Adobe la pensa così. E lo stesso vale per iTunes, HP, Nero e molti altri.

Vediamo insieme come possiamo eliminare questa “spazzatura”:

Come prima cosa apriamo l’Utilità Configurazione di Sistema da Start => Esegui => msconfig.

Ora spostiamoci nell’ultima scheda, “Avvio”, dove sono elencate le applicazioni che partono all’avvio del sistema. Per eliminare le voci superflue basta semplicemente deselezionare la casella con il nome del programma.

ATTENZIONE a ciò che si elimina: molti eseguibili presenti in questa scheda hanno nomi incomprensibili, che non coincidono con il nome del programma a cui si riferiscono. In questo caso, per verificare l’appartenenza del servizio basta controllare nella colonna “Comando” da dove viene avviato. E’ bene lasciare attive le voci che non si conoscono.

Non è finita qui.

Msconfig vuole essere sicuro al 200% che voi “siate sicuri” di quello che fate, per questo chiede conferma una volta alla chiusura del programma e ad ogni riavvio se non seguite il procedimento seguente:

1. Una volta apportate le modifiche premete OK. La finestra si chiuderà e comparirà questa finestrella:

Premere riavvia ed aspettare che il sistema si sia riavviato.

2. Ora comparirà un’altra finestra che avvisa che la configurazione di sistema è stata modificata:

A questo punto premendo OK la finestra si chiuderà, ma ricomparirà al prossimo riavvio; mettendo prima la spunta alla casella e premendo OK la finestra si chiuderà e si aprirà msconfig (non sempre accade). Voi selezionate la casella e premete OK. Se si apre msconfig continuate con la lettura del punto successivo, altrimenti andate oltre.

3. Ora premendo OK siamo punto e d’accapo: msconfig chiede di riavviare il sistema e poi ricomparirà l’avviso all’riavvio. Perciò per finire la procedura bisogna premere Annulla.

Adesso che l’avvio automatico delle applicazioni inutili è stato tolto, il sistema sarà più veloce.

Nel caso venga disabilitato qualche programma importante, basta rieseguire tutta la procedura riabilitando l’avvio dove necessario.

IMPORTANTE! Msconfig permette, oltre a questo, di modificare l’avvio di file di sistema. Per evitare danni al vostro sistema limitatevi ad eseguire i passi descritti da me.
Non mi prendo la responsabilità di danni causati al PC.

Gmail sulla tastiera Logitech G15

Il software che viene fornito in bundle con la tastiera Logitech G15 include un plugin che permette di controllare una casella email per poi visualizzare le informazioni relative ad essa sul display della tastiera. Questa estensione ha il difetto di non supportare connessioni protette. Diventa così impossibile utilizzare i dati di Gmail che permette solo connessioni SSL via POP3.

Per questo ci viene in aiuto il signor Bargmann. Il Bargmann’s Gmai Notifier è un piccolo programma studiato per fornire, oltre ai servizi standard che mette a disposizione il Gmail Notifier di Google, il supporto al display della tastiera Logitech G15.

Sebbene l’installazione e la configurazione siano molto semplici (scarichi, installi e inserisci i dati dell’account), ho trovato alcuni piccoli difetti facilmente risolvibili. In primo luogo il file che si scarica ha un nome errato. Oggi ho scaricato il programma e il nome del file che mi ha dato è stato download.asp. Naturalmente è un file eseguibile e non una pagina asp. Per risolvere basta semplicemente rinominare il file in B Gmail Notifier.exe, dove B Gmail Notifier può essere un nome arbitrario, voi potete mettere quello che volete. Questo potrebbe essere un problema momentaneo del sito che si può risolvere con il tempo.

Dato che il sito non è più accessibile (causa lavori di manutenzione) carico su RapidShare l’eseguibile. E’ raggiungibile a QUESTO indirizzo.

Altro difetto è l’indirizzo a cui fa riferimento il tasto INBOX che compare sulla tastiera. Premendo il pulsante il browser viene rimandato ad una pagina inesistente, ma basta sostituire l’indirizzo presente in “Options (Click destro sull’icona nella trybar) => Account => Inbox” con mail.google.com/mail/ per essere reindirizzati alla giusta pagina.

Questo è il menù delle opzioni:

Dalla scheda Account è possibile immettere la username e la password dell’account GMail, il programma penserà a fare il resto.

RICORDO che perchè il programma si connetta correttamente al server è necessario che sia abilitato l’inoltro POP3 nelle impostazioni dell’account GMail. Per far ciò rimando alla guida ufficiale di Google: QUI.

Tempesta elettrica

Ecco qui, fresca di scatto:

Realizzata dal tetto di casa mia prima dell’arrivo del temporale

Dopo essere stato mezz’ora buona a fotografare il nulla, sono arrivati degli scatti interessanti. Questo è un esempio.

E’ il mio primo esperimento con questo tipo di fotografie.

Naturalmente non sono un essere disumano che riesce a scattare nel momento stesso in cui compare il lampo. Ho usato tempi di esposizione molto lunghi, il massimo consentito dalla macchina: 8 secondi.

Qui gli EXIF completi.

Le opzioni di Firefox.exe

Sapevate che firefox può essere avviato in modalità provvisoria? O che è possibile creare più utenti che possono accedere indipendentemente?

Questi, ed altro ancora, sono raggiungibili inserendo i giusti argomenti all’esecuzione del browser con la volpe.

Per far partire ad esempio in modalità provvisoria Firefox basta andare in Start => Esegui e digitare Firefox.exe -safe-mode.

Si aprirà quindi una finestra che conferma l’avvenuta esecuzione del programma in “modalità sicura” e mostra delle opzioni per disabilitare definitivamente gli Add-on o ripristinare dati corrotti.

Un’altra opzione interessante è quella di poter gestire più utenti che mantengono le proprie impostazioni e configurazioni separate dagli altri utenti.

Per far apparire questa finestra Firefox va richiamato con l’argomento -ProfileManager. Quindi su esegui andrà inserito Firefox.exe -ProfileManager.

Qui c’è una lista di altre opzioni disponibili.

Musica maestro!

Ecco a voi un altro scatto floreale. Sullo sfondo il mio pianoforte.

Questa volta ho usato impostazioni diverse da quelle che uso per questo tipo di foto. Il diaframma è al minimo consentito dalla macchina, F/7.6 e il tempo di esposizione è lungo (2 secondi), questo per ottenere un’ampia profondità di campo ed evitare che parti dei fiori fossero sfocati e che il pianoforte diventasse indistinguibile. Nonostante l’ambiente fosse poco illuminato ho preferito non usare il flash per mantenere una temperatura abbastanza calda e una luce naturalmente diffusa.

Qui gli EXIF.

La sensibilità: gli ISO

Oltre all’apertura del diaframma e al tempo di esposizione è possibile regolare la luminosità di una foto anche attraverso la sensibilità del sensore o della pellicola.

La sensibilità è misurata in ISO. Più il sensore è sensibile, più dati riesce a catturare con un minor quantitativo di luce. Aumentando la sensibilità, quindi, si riduce la quantità di luce necessaria per illuminare il sensore; ciò significa tempo di esposizione più breve e diaframma più chiuso. Normalmente, per ambienti né troppo illuminati né troppo bui la sensibilità si aggira intorno a ISO 100-200.

Il vantaggio del passaggio dalla pellicola al sensore CCD è che da uno scatto all’altro è possibile variare sensibilità, mentre per una pellicola chimica bisognava aspettare che il rullino finisse per poterlo cambiare. D’altra parte c’è anche un aspetto negativo: la miniaturizzazione del sensore fa sì che ad alte sensibilità, tra i pixel del CCD, si creino delle interferenze che nelle fotografie risultano come rumore. Eccone un esempio:

Come si vede dal confronto, a bassi ISO la foto è più nitida (tralasciando il mosso… colpa mia ^_^), mentre a 2000 ISO la foto diventa puntinata. Questo rumore aumenta se la scena è più buia.
Personalmente preferisco usare tempi di esposizione molto lunghi, ottenendo anche una colorazione più calda (a volte eccessivamente calda) piuttosto che ottenere una foto rovinata dal rumore. Mentre la temperatura è un difetto facile da correggere in fase di post-produzione, il rumore resta.

Diaframma, esposizione e la relazione tra di essi

Dopo tanto tempo dalla pubblicazione del primo articolo di tecniche di ripresa ritorno a presentarvi questi due elementi essenziali per realizzare foto con un’esposizione perfetta.

Iniziamo dal diaframma:

Immagine presa da Wikipedia

Immagine presa da Wikipedia

Come si vede dall’immagine il diaframma è composto da delle lamelle che si chiudono e si aprono per far entrare più o meno luce.

Il funzionamento è molto simile all’iride dell’occhio umano. Quando siamo in una stanza buia la pupilla è molto dilatata, permettendo di far entrare più luce e quindi di vedere anche con scarsa luminosità.

Nelle macchine fotografiche l’apertura del diaframma è misurata sotto forma di frazione. Ad esempio f/2, f/2.8, f/8, f/64. Essa indica che l’apertura del diaframma è pari alla lunghezza focale diviso il numero. Per esempio con un obbiettivo con una distanza focale di 100mm e un diaframma di f/8, significa che effettivamente l’apertura del diaframma è di 100mm/8=12,5mm.

Inoltre la scelta dei valori (1, 1,4, 2, 2.8, 4, 5.6, ecc.) non è casuale. Passare da un valore al successivo più grande significa scendere di 1 stop, ovvero dimezzare la luminosità. Gli stop sono dei valori discreti che vanno da 0 a 255 e descrivono la luminosità. Si va da 0, ovvero il buio completo, a 255, ovvero la massima luce.

Ora parliamo del tempo di esposizione.

Il tempo di esposizione è un concetto molto semplice da capire. Si applica principalmente alle vecchie macchine fotografiche a rullino.
La pellicola non resta sempre illuminata, la luce entra nell’obbiettivo e arriva alla pellicola solo per poco tempo. Il tempo durante il quale passa la luce è definito tempo di esposizione. Piè la pellicola è esposta alla luce e più verrà illuminata.

Il tempo di esposizione è misurato in secondi, ma siccome la maggior parte delle fotografie richiede un tempo di esposizione minore di un secondo, di solito si indica sotto forma di 1/n secondi. Ad esempio un valore medio si aggira tra 1/125 e 1/250 secondi.

Come avrete notato il diaframma e il tempo di esposizione svolgono un compito simile ma in modo completamente diverso. Infatti è possibile ottenere stessi valori di esposizione incrementando uno e diminuendo un altro. Le macchine fotografiche di un certo livello permettono di modificare il rapporto tra i due valori mantenedo la stessa luminosità semplicemente premendo un tasto o ruotando una rotella.

Vedremo in seguito che fare una foto con valore del diaframma piccolo e tempo di esposizione breve, e farne una con diaframma chiuso e tempo di esposizione lungo non è la stessa cosa, soprattutto per scatti con funzione macro.

Il rospo

Questa foto è stata scattata con la Kyocera:

E’ stata realizzata in un bosco austriaco.
Le modalità di ripresa sono normali: bassa sensibilità, diaframma aperto e esposizione lunga (1/64)

Qui gli EXIF.

Navigare anonimi

Ogni buon hacker che si rispetti prende le sue precauzioni per addentrarsi nella rete. Il programma che vi presento oggi è Tor, un’applicazione che permette di deviare il traffico internet (se ben configurato) attraverso una complessa rete di proxy.

Prima di descrivere le funzionalità di Tor spieghiamo a grandi linee cos’è un proxy.
Ogni volta che voi richiedete una pagina web inviate dei dati al server contenenti tra le altre cose il vostro IP. Esso serve al server per sapere a chi deve inviare i dati richiesti, ma non si ferma qui. Ogni richiesta viene salvata nei file di log lasciando una traccia del vostro passaggio. E’ proprio questa a compromettere la vostra privacy.

Un proxy è un intermediario, si pone tra voi e il server. Quando inviate le richieste è il proxy a riceverle. Esso analizza a chi era diretto e inoltra le richieste al server di destinazione a suo carico, cioè come se fosse stato lui a volere quella pagina. Una volta che il server invia i dati richiesti al proxy quest’ultimo li inoltra al vostro computer. Così voi avete la vostra pagina e sui log del server comparirà una richiesta della stessa da parte del proxy e non da voi. Il dilemma a questo punto è: però basta leggere i log del proxy e stiamo punto e d’accapo. Questo non è del tutto vero, infatti alcuni proxy nascono per permettere una navigazione anonima e quindi non tengono un registro delle richieste ricevute.
Ora immaginate di avere una rete dove il proxy si collega ad un altro proxy che si collega ad un altro proxy ecc… Prima che si riesca a risalire al vostro IP bisogna partire dal server di destinazione e scalare all’incontrario tutti i proxy. Un lavoro non semplice.
Questo è ciò che fa Tor.

Nel sito è possibile scaricare un pacchetto che contiene tutti i componenti necessari per navigare sicuri, compreso un addon per firefox che permette di passare da una navigazione normale ad una sicura con un click.

L’installazione è molto semplice. Basta scaricare da qui la versione più adatta per il vostro sistema ed installarlo. Al termine si aprirà una finestra di Firefox che chiede di installare un componente aggiuntivo. Non è essenziale, ma è molto consigliato perchè permette, oltre ad attivare il proxy, di disabilitare script, cookie e plugin che durante una navigazione anonima potrebbero essere pericolosi per la privacy.
In alternativa a questa estensione è possibile navigare sicuri semplicemente impostando nelle impostazioni il proxy: localhost:8118.

Queste sono le icone che compariranno dopo l’installazione. La P di Privoxy e la cipolla di Tor. Quando la cipolla diventa verde è possibile navigare anonimi perchè il programma è connesso con la rete.

Questo invece è il plugin di Firefox. Basta cliccare su di esso per attivarlo. Premendo il tasto destro invece è possibile aprire un menu contestuale dove si può accedere alle opzioni dell’estenzione.

Oltre a questo programma voglio segnalare anche diversi siti internet che permettono una navigazione anonima. Permettono di passare sempre attraverso proxy, ma hanno funzioni limitate e spesso la loro rete è congestionata. Eccone alcuni:
Anonymouse
YouHide (Non più disponibile)
MegaProxy
Proxify

Segue qui.